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Ep. XXVI – Il Corpo Mistico in quanto tale

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Ep. XXVI - Il Corpo Mistico in quanto tale
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  1. Il Corpo Mistico in quanto tale

          La natura della dottrina

Descrivere la Chiesa come “Corpo Mistico” significa descriverLa in primo luogo come una società che ha Cristo come capo e che consiste negli angeli e in tutti gli uomini validamente battezzati, che non siano dannati all’inferno o scomunicati o che non abbiano formalmente apostatato e non siano diventati eretici o scismatici. Questa società si estende sulla Terra, sul Purgatorio e sul Cielo (rispettivamente come Chiesa Militante, Sofferente e Trionfante), e in questo senso è conosciuta come Comunione dei Santi. Sulla terra si distingue in “Chiesa visibile” (per esempio nelle Sue cerimonie e istituzioni religiose) e “Chiesa invisibile” (per esempio nella Grazia e nella santità dei Suoi membri). Essa si relaziona con Dio nei seguenti modi: Nostro Signore è il Suo Capo, Fondatore, Conservatore, Sposo e Redentore; lo Spirito Santo è la Sua anima.

Ora, è l’intima relazione di Cristo con la Chiesa, come Capo del Corpo, che conferisce al Corpo, cioè alla società che è la Chiesa, tutte le Sue proprietà e caratteristiche particolari: il fatto di essere soprannaturale, gerarchica, Una, Santa, Cattolica, Apostolica e necessaria per la salvezza[1]. Mostreremo ora come Cristo sia il principio supremo o formale, la “causa formale” di tutte le proprietà e caratteristiche della Chiesa:

  1. Cristo, in quanto Dio, essendo soprannaturale, è il principio della natura soprannaturale della Chiesa;
  2. Cristo, in quanto Dio, essendo un’Unità (nel senso di interezza), è il principio dell’Unità della Chiesa nella Sua interezza[2]: il principio della Sua unità gerarchica, dottrinale[3] e sacramentale[4];
  3. Cristo, in quanto Dio, essendo un’Unità (nel senso di unicità), è il principio dell’Unità della Chiesa nella Sua unicità;
  4. Cristo, in quanto Dio, essendo il Capo di tutte le cose, è il principio della gerarchia della Chiesa;
  5. Cristo, in quanto Dio, essendo Santo, è il principio della Santità della Chiesa;
  6. Cristo, essendo oggetto di tutta la Verità soprannaturale, essendo il principale agente di tutti i sacramenti e la fonte e la forza motivante della santificazione di tutti gli uomini al massimo grado, è il principio della Cattolicità della Chiesa;
  7. Cristo, in quanto principale agente dei Sacramenti e fondamento dell’immutabilità della Fede, è il principio dell’Apostolicità della Chiesa: la Sua dottrina immutabile e la Sua successione ininterrotta;
  8. Cristo, in quanto Redentore, essendo necessario per la salvezza dell’uomo, è il principio della necessità della Chiesa. Infatti, il Cielo, in ultima analisi, non è altro che il Corpo Mistico di Cristo Stesso nella sua forma definitiva di Chiesa Trionfante.

Il silenzio circa la dottrina del Corpo Mistico di Cristo

In conclusione, vediamo come il nome “Corpo Mistico” esprima la natura della Chiesa come Società e tutte le Sue proprietà e come il nome possa di conseguenza essere la definizione stessa della Chiesa. Tacere o negare la definizione della Chiesa come Corpo Mistico di Cristo significa allora togliere ogni possibile giustificazione teologica alla Sua particolare natura di società e a tutte le Sue particolari proprietà e caratteristiche: alla Sua dimensione soprannaturale, al Suo essere gerarchia, al Suo essere Una, Santa, Cattolica e Apostolica e necessaria per la salvezza; significa degradarla al livello di un’associazione secolare e umanitaria, come tutte le altre. Al posto di questa, quale definizione dà il concilio della Chiesa? Nessuna definizione, in accordo con il suo scetticismo nei confronti dell’espressione della Verità, ma piuttosto un’immagine confusa e distorta della natura della Chiesa: la si presenterà alla fine del capitolo 5.

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[1] Potremmo aggiungere altre dottrine a questo elenco, come quella circa l’indefettibilità, ma ci limitiamo qui ai temi trattati in questo libro. Di seguito spiegheremo più precisamente il significato delle note di Unità, Cattolicità e Apostolicità.

[2] San Cipriano afferma nel de Unitate Ecclesiae, s.6: ‘Il Signore dice: “Io ed il Padre siamo uno”; e ancora è scritto del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: “E questi tre sono uno”. E qualcuno crede che questa unità, che deriva dalla forza divina e che si concretizza nei sacramenti celesti, possa essere divisa nella Chiesa e separata dalla divisione di volontà opposte? Chi non ha questa unità, non ha la legge di Dio, non ha la Fede del Padre e del Figlio, non ha la vita e la salvezza’.

[3] In quanto l’intera Fede si fonda su di Lui.

[4] In quanto Egli è Colui che opera quale primo agente in tutti i sacramenti.

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