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Ep. XXI – Il sacrificio del Figlio è l’unico gradito dal Padre (seconda parte)

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Ep. XXI - Il sacrificio del Figlio è l'unico gradito dal Padre (seconda parte)
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Il sacrificio del Figlio è l’unico gradito dal Padre

(seconda parte)

 

Essendo assolutamente immacolato e santo, Cristo è l’Agnello sacrificale perfetto, senza macchia e infinitamente gradito a Dio, l’Agnello il cui sangue estingue tutti i peccati e procura la vera conciliazione. Riferendosi ai testi biblici, San Leone Magno commenta che ci è stata donata “la riconciliazione dell’Agnello immacolato e la pienezza di tutti i sacramenti”; poi aggiunge che Cristo si è “offerto al Padre come il nuovo e vero sacrificio di riconciliazione”.

Egli però non fu crocefisso nel Tempio o entro le mura della città, bensì fuori affinché, quando gli antichi sacrifici simbolici fossero cessati, “un nuovo Sacrificio venisse posto su un nuovo altare e la croce di Cristo non fosse l’altare del tempio ma del mondo” (ut nova Hostia novo imponeretur altari et crux Christi non templi esset ara, sed mundi. – De pass. Dom. serm. 8, 5). d) Il Signore stesso spiega che Egli è venuto “per sacrificare la propria vita in riscatto per molti”: infatti, versare il sangue al posto d’altri o fare l’offerta della propria vita è un vero sacrificio.

E poco prima di lasciare questo mondo, con la preghiera del Sommo Sacerdote, dice che la Sua morte è una “santificazione”, cioè la consacrazione di Sé stesso per sacrificare la propria vita e meritare per molti la purificazione dal peccato e la giustificazione. “Io stesso mi santifico per loro affinché anche loro siano santificati nella Verità”.

Gesù è la vittima espiatrice per i nostri peccati e non soltanto per i nostri, ma anche per tutto l’universo” (I Gv 2,2). San Paolo dice che noi siamo giustificati “mediante la redenzione che è in Cristo Gesù, Che Dio ha posto quale propiziatore, mediante la fede nel Suo sangue”.

Affinché i fedeli si astengano da ogni peccato e siano spronati all’esercizio di tutte le virtù, il medesimo Apostolo mette davanti ai loro occhi l’indescrivibile intimo, forte e generoso amore di Cristo, con cui Egli si è sacrificato per noi. “Siate dunque imitatori di Dio, come figli diletti, e vivete nell’amore, come il Cristo vi ha amati e per noi ha sacrificato Sé Stesso, quale oblazione e sacrificio di soave odore a Dio” (Ef 5,2).

Nella Lettera agli Ebrei la dottrina della morte vicaria ed espiatrice di Cristo viene ripetuta e precisata con la massima chiarezza. L’Apostolo vi dimostra la maestosa efficacia della morte cruenta di Cristo sulla croce a confronto del sacrificio fievole dell’Antico Testamento. Per sostituire e abolire questi simulacri impotenti, Cristo offrì “il sacrificio del Suo corpo”, il cui soave profumo salì in Cielo e fece scendere la benevolenza e la grazia di Dio, ci procurò ogni salvezza e ogni santità.

Il sangue di Cristo, Che con spirito d’eternità offrì Sé Stesso immacolato a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere di morte (cioè dai peccati) per prestare un culto al Dio vivente” (Eb 9,14). “Questo l’ha fatto per sempre, offrendo Sé Stesso per i peccati del popolo” (Eb 7,27). “Egli è comparso una volta sola nella pienezza dei tempi, per togliere il peccato con il sacrificio di Sé Stesso”; “Cristo è stato sacrificato una sola volta per togliere i peccati di molti” (Eb 9,26. 28).

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