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Ep. VIII – Il rinvio delle elezioni

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Ep. VIII - Il rinvio delle elezioni
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  1. Il rinvio delle elezioni

La prima vittoria fu ottenuta dopo una riunione dei vescovi tedeschi nella casa del cardinale Frings, dove fu deciso che l’intervento volto a vanificare il processo di elezione sarebbe stato fatto dal cardinale non tedesco Liénart di Lille[1]. Il testo fu preparato dai mons. Garrone e Ancel la sera precedente alla prima sessione del Concilio.

Il giorno dopo, il cardinale Liénart chiese opportunamente al cardinal Tisserant, che fungeva da presidente, se potesse intervenire, ma quando quest’ultimo gli fece presente che era contro il regolamento, prese il microfono e parlò ugualmente; la sua proposta fu supportata dal cardinal Frings a nome di altri vescovi tedeschi e accompagnata da un applauso dall’assemblea, con il risultato che il processo di elezione fu effettivamente interrotto e la prima sessione si chiuse dopo meno di 50 minuti.

Questa è stata la nostra prima vittoria“, disse un vescovo olandese ad un amico mentre lasciava San Pietro[2]. “Una felice e spettacolare svolta degli eventi“, commentò il cardinal Suenens nel proprio diario, “e un’audace violazione della regola! Il destino del Concilio era in gran parte deciso in quel momento e papa Giovanni era contento“.

  1. La collocazione di uomini pre-selezionati nelle commissioni

Quanto alla seconda vittoria, il gruppo del Reno stilò una lista di candidati nel Pontificio Istituto Teutonico di Santa Maria dell’Anima, il centro di studi tedesco, sotto la presidenza dello stesso cardinal Frings e avviò un’attività di lobby il 19 ottobre, il giorno dopo la prima sessione.

Il cardinal Heenan spiegò che molti Padri si erano affidati a questa lista, non essendoci il tempo sufficiente per indagare sull’idoneità dei vari candidati al lavoro della Commissione e che mons. Lefebvre ebbe a notare che tutti i candidati erano della stessa tendenza (liberale). Alla fine furono eletti 79 dei 109 candidati presentati dal gruppo del Reno e il Papa ne aggiunse 8 alle commissioni.

Nel frattempo il gruppo del Reno si espanse, fino a comprendere i vescovi di Germania, Austria, Svizzera, Olanda, Belgio e Francia. “Dopo questa elezione“, scrive padre Wiltgen, “non era troppo difficile prevedere quale gruppo fosse abbastanza ben organizzato per assumere la guida del concilio Vaticano II. Il Reno aveva cominciato a scorrere nel Tevere… l’alleanza[3] era in grado di operare efficacemente perché sapeva in anticipo cosa volesse e cosa non volesse[4].

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[1] Citato nella “lista Pecorelli” dei prelati massoni.

[2] Padre Wiltgen p. 17, op cit., MD pjc, pp. 29-30.

[3] “L’alleanza europea”.

[4] MD pjc, p.31, si veda Padre Wiltgen p.19 e p.63 raccontare la storia del sopravvento liberale a pp. 17-19 del suo libro.

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