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Ep. V – Dio: la natura, la coscienza, la Provvidenza

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Catechismo
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Ep. V - Dio: la natura, la coscienza, la Provvidenza
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Dio

 

In questa sezione tratteremo:

 

La conoscenza di Dio mediante la ragione;

La conoscenza di Dio mediante la Fede;

La natura intima di Dio come Santissima Trinità;

La natura e l’operato del Figlio.

 

Articolo 1: Lesistenza di Dio si può conoscere con certezza mediante la sola ragione.

 

«Se qualcuno dice che il Dio unico e vero, nostro Creatore e Signore, non può essere conosciuto con certezza, grazie al lume naturale dell’umana ragione, attraverso le cose create: sia anatema». (Concilio Vaticano I, DH 3026)

«Dio… può essere conosciuto con certezza e può anche essere dimostrato con il lume naturale della ragione… come causa per mezzo degli effetti». (Giuramento antimodernista, DH 3538)

La Chiesa sta qui dichiarando che l’esistenza di Dio può essere conosciuta, anzi dimostrata, dalla ragione.

Può essere dimostrata deducendo la Sua esistenza dalle cose create come causa dagli effetti. La sacra Scrittura ci indica tre tipi di cose create, da cui possiamo dedurre l’esistenza di Dio:

 

La natura;

La coscienza;

La soddisfazione dei nostri bisogni naturali.

 

La natura

 

Il libro della Sapienza (Sap 13,5) afferma: «Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore». San Paolo scrive (Rm 1,20): «Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute».

Possiamo esprimere questa dottrina come segue: l’armonia, la bellezza, l’ordine, la complessità, la grandezza e la sublimità del Creato è tale che non potrebbe essere altro che opera di Dio.

L’idea che esista come risultato del puro caso o dell’evoluzione è ancora meno probabile che se tutte le enciclopedie del mondo e tutti i libri mai scritti fossero l’effetto dell’esplosione di un’enorme fabbrica di carta e di inchiostro. Una tale probabilità è così piccola che possiamo scartarla del tutto.

 

La coscienza

 

San Paolo scrive (Rm 2,15): «Essi (ovvero i pagani) dimostrano che quanto la Legge esige è scritto nei loro cuori, come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono».

Possiamo esprimere questa dottrina come segue: il fatto della coscienza prova l’esistenza di Dio in quanto la coscienza rivela una legge oggettiva. Una legge oggettiva richiede un Creatore, vale a dire un Legislatore, e questo Legislatore non può essere altro che Dio.

Diamo come esempio di una legge oggettiva quella di «non ammazzare», nel senso di non uccidere una persona innocente (che è ciò che insegna il quinto Comandamento). Questa legge è oggettiva ed è conosciuta e lo sarà sempre da tutte le persone di buona volontà (mettiamo da parte i pro-abortisti, accecati come sono dalla loro condotta immorale). Questa legge non può essere altro che l’intento di un Legislatore, che in tal modo stabilisce come l’uomo dovrebbe vivere nella società.

 

La Provvidenza

 

Il terzo argomento di san Paolo per l’esistenza di Dio è espresso come segue (At 14,17): «Ma (Dio) non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori».

Come potremmo davvero spiegare la costante abbondanza e disponibilità di tutto ciò che è necessario all’umanità? Per conservarla in esistenza, per assisterla, guarirla e renderla felice, se non in riferimento alla divina Provvidenza?

Tali riflessioni, ricorrendo al principio della causalità, mostrano con certezza, anzi dimostrano, l’esistenza di Dio. Esse forniscono il fondamento della dimostrazione filosofica dell’esistenza di Dio che è formulata in cinque passi da san Tommaso d’Aquino, ciò che non tratteremo qui, in quanto appartengono al campo della filosofia piuttosto che a quello della catechesi.

Mediante la sola ragione possiamo quindi conoscere l’esistenza di Dio con certezza: possiamo conoscerlo, più precisamente, come Creatore, come causa dell’Universo. Questa conoscenza di Dio comprende la conoscenza di Lui anche come l’Essere stesso, perché solo l’Essere stesso può dare l’essere al Creato.

Ma possiamo conoscerLo non solo come causa dell’Universo, ma anche come fine, perché l’Universo non può avere altro fine che quello di darGli gloria. Basti dire per il momento che mediante la sola ragione possiamo conoscere con certezza l’esistenza di Dio come l’inizio e il fine di tutte le cose: Alfa e Omèga.

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