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Ep. V – Le visioni modernista e neoconservatrice

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Modernismo
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Ep. V - Le visioni modernista e neoconservatrice
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  1. Valutazione delle tre visioni

 

  1. Valutazione del modernismo

 

Questo gruppo rifiuta la Tradizione e abbraccia l’eresia. Rifiutando la Tradizione, rifiuta la Fede stessa, poiché la Tradizione non è altro che la Fede com’è stata insegnata con sempre maggior chiarezza e profondità nel corso dei secoli. Il Modernismo è quindi una posizione eretica sia negativamente nel rigettare la Fede, sia positivamente nell’accogliere l’eresia: di conseguenza non è una posizione sostenibile per i Cattolici. La differenza tra gli Eretici modernisti e gli Eretici del passato è che i primi fingono di essere Cattolici e membri della Chiesa, mentre i secondi non lo facevano. Possano i Modernisti avere il coraggio di affrontare la Verità e di convertirsi o almeno di ammettere pubblicamente di non essere membri della Chiesa Cattolica.

Eppure possono forse far affidamento sulla propria amata teoria[1], secondo cui la Verità cambierebbe e affermare di non rifiutare l’insegnamento tradizionale rispetto al passato, ma solo rispetto al presente e al futuro, nell’idea che fosse vero in passato e che non lo sia più. Quest’affermazione sarebbe però falsa, perché, come abbiamo già affermato, la Fede è immutabile: l’oggetto della Fede è la Verità, la Verità Soprannaturale. Questa Verità non è altro che Dio Stesso nella Sua natura intima, insieme al Suo piano di Salvezza per il mondo. Poiché l’oggetto della Fede è la Verità, quella Verità che è invero Dio Stesso, è essa stessa immutabile. Se si tenta di cambiare la Fede, si resta, quindi, con la menzogna.

  1. Valutazione del neo-conservatorismo

Questo gruppo, invece, nella sua analisi dei testi con tendenza ereticale, per quanto sia esso riuscito finora a interpretarli in accordo con la Tradizione, mantiene pure una posizione indifendibile: indifendibile in quanto incompleta, oscurantista e ostruzionista.

È incompleta, perché, identificando “ambiguità” tra i testi, suggerisce che tali testi ammettano un’interpretazione ortodossa tanto facilmente quanto un’interpretazione eterodossa. La verità, semmai, è che tali passaggi favoriscono effettivamente un’interpretazione eterodossa, come abbiamo notato precedentemente; in secondo luogo, come pure abbiamo notato precedentemente, non sono solo i passaggi ambigui a porre un problema, ma anche i passaggi che implicano l’eterodossia e i passaggi che pongono a tacere i dogmi.

È oscurantista suggerire che i nuovi testi siano in continuità con la Tradizione. Affermare che i testi debbano essere interpretati in continuità con la Tradizione implica infatti che lo siano effettivamente, quando al contrario, come abbiamo sottolineato, sono nuovi e tendono peraltro all’eresia.

È ostruzionista nel modo seguente: distoglie l’attenzione dal problema principale del Concilio, che è la sua eterodossia (con cui si intende, come si notava precedentemente, la sua tendenza ereticale) e la focalizza invece su un problema minore costituito dalle sue ambiguità in quanto tali. La tendenza ereticale del Concilio è il suo problema principale, perché ostacola l’obiettivo della Chiesa che è la salvezza e la santificazione delle anime; le ambiguità del Concilio, invece, sono solo un problema minore, perché interpretarle correttamente serve tutt’al più a difendere i Papi e i Vescovi conciliari dall’eresia, il che è una questione minore rispetto alla salvezza delle anime.

Un esempio. Se parte della consegna regolare di panini a una scuola per ragazzi fosse velenosa e il Preside non fermasse la consegna, ma piuttosto passasse il suo tempo a difendere i responsabili dalle colpe, si sarebbe inclini a dire che ha sbagliato le sue priorità e che, se si è rifiutato di fermare la spedizione, allora almeno qualche indagine avrebbe dovuto farsi su quali panini fossero pericolosi, al fine di salvare i ragazzi dal danno.

[1] Condannata da San Pio X in Pascendi 13.

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